Ad agosto, dopo quattro mesi, la raccolta netta torna positiva per 1,8 miliardi di euro. In particolare, i fondi aperti e quelli immobiliari archiviano il mese con afflussi, rispettivamente pari a 900 e 150 milioni circa. I mandati istituzionali beneficiano complessivamente di nuova liquidità per 930 milioni; unico dato negativo quello delle gestioni retail che fanno registrare deflussi per 220 milioni.
Alla fine del mese il patrimonio complessivamente gestito dall'industria ammontava a 977 miliardi (Tavola 1), importo superiore di circa 15 miliardi rispetto al dato di fine luglio grazie alla somma dell'effetto positivo della raccolta con quello della performance (+1.5% circa).
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Tavola 1 – Industria del risparmio gestito. Raccolta netta e Patrimonio gestito - agosto 2012. Fonte: Assogestioni
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I fondi aperti gestiti dall'industria ammontano a 445 miliardi e costituiscono la tipologia di prodotto più rappresentativo. Nel corso del mese i flussi si sono concentrati tra i prodotti appartenenti alle macro categorie dei fondi obbligazionari (+1.6 miliardi) e dei fondi flessibili (+240 milioni). I primi, in particolare, hanno beneficiato di una raccolta che da inizio anno supera, complessivamente, i 13 miliardi (Tavola 2).
Questo risultato di tutto rispetto è spiegato in buona parte dal crescente favore di pubblico che stanno riscuotendo i fondi a scadenza prefissata (data target). Questi prodotti si contraddistinguono per coniugare i vantaggi del fondo comune (gestione professionale e diversificazione del portafoglio, quindi del rischio) con la semplicità di un'obbligazione: cedole periodiche e rimborso del capitale ad una scadenza prefissata, ricompresa di norma tra i 3 e i 5 anni dal collocamento a seconda del prodotto.
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Tavola 2 – Industria del risparmio gestito. Raccolta netta e Patrimonio gestito (dettaglio fondi aperti) - agosto 2012. Fonte: Assogestioni
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L'analisi dei flussi sulla base del diritto del fondo (-700 milioni i fondi aperti italiani, +1.6 miliardi quelli istituiti all'estero) conferma un trend di "sostituzione" della giurisdizione del veicolo in atto da tempo. Esso è il frutto del generale successo di vendite dei gestori esteri nel nostro Paese cui tuttavia non fa riscontro un analogo risultato da parte delle SGR italiane, in particolare di quelle appartenenti ai grandi gruppi bancari. Queste ultime soffrono di un modello distributivo ancora fortemente verticalizzato e che vede le banche capogruppo come principale se non unico canale distributivo.
Questo modello distributivo, che pure nel passato ha rappresentato un punto di forza per lo sviluppo dell'industria nazionale dei fondi, negli ultimi 2-3 anni è andato in crisi a causa della crescente necessità da parte del sistema bancario di approvvigionarsi di liquidità direttamente presso il pubblico retail attraverso l'emissione di obbligazioni o l'offerta di conti di deposito a condizioni estremamente competitive. Ciò ha determinato lo spiazzamento dei prodotti di raccolta indiretta, come i fondi comuni. Fenomeno particolarmente evidente nei dati dell'ultimo trimestre 2011 quando i fondi delle SGR captive sono arrivati a subire deflussi netti superiori a 15 miliardi.
Nonostante i recenti e ripetuti interventi di finanziamento posti in essere dalla BCE abbiano allentato la pressione sulla raccolta diretta ed abbiano quindi consentito di ridurre i deflussi dai fondi italiani, questi negli ultimi 8 mesi hanno fatto registrare una raccolta negativa di 13 miliardi, risultato solo in parte controbilanciato da quello dei prodotti esteri, round-trip inclusi (+11.5 miliardi).
La vivacità dell'offerta estera è segno che, nonostante le difficoltà delle famiglie e il tendenziale calo della capacità di risparmio, il mercato italiano offre ancora spazi di crescita e di sviluppo. Ciò non deve stupire: in un contesto in cui il risparmio è diventato una merce relativamente meno abbondante, diventa imperativo per le famiglie assicurare che la propria ricchezza sia impiegata al meglio. All'industria della gestione spetta ora cogliere tale opportunità .