È una flessione che non sorprende più di tanto, anche perché relativa a una fase drammaticamente storica per l'Italia. Una fase in cui, dopo le dimissioni del precedente esecutivo, lo spread tra Btp e Bund è arrivato a quota 600 punti e i rendimenti dei titoli italiani hanno raggiunto il 7 per cento. Numeri che sottolineavano la situazione di criticità del Belpaese e che, volendo utilizzare le parole pronunciate da Gorge Soros, rendevano "altamente speculativo" il Btp. Il magnate americano della finanza aveva definito "fantastico" l'investimento in titoli di Stato italiani spiegando, tuttavia, che l'acquisto doveva essere effettuato a tassi più bassi, altrimenti sarebbe diventato un investimento speculativo. E i titoli di Stato, invece, dovrebbero essere un investimento sicuro.
Certo, si potrebbe obiettare che portando lo strumento fino alla scadenza non si corrono rischi particolari, se non quello di un'improbabile insolvenza dell'Italia. Ma in caso di bisogno di liquidità , e dunque di vendita del titolo di Stato prima della scadenza, il rischio di incorrere in perdite in conto capitale è molto alto, soprattutto in periodi di alta volatilità e di forti tensioni sul mercato delle obbligazioni governative. Ed ecco dunque arrivare la disaffezione del pubblico retail verso il titolo di Stato.
Ma se da un lato il piccolo investitore si è allontanato dall'obbligazione nuda e cruda, dall'altro ha iniziato ad affidarsi sempre più alla mano di un esperto, il gestore, facendo confluire i propri risparmi nel sistema degli Oicr (Organismi di investimento collettivo del risparmio). Non è un caso che gli Oicr spiccano come una delle poche eccezioni all'interno del Bollettino Statistico di Consob: tra giugno 2010 e marzo 2012 la ricchezza delle famiglie italiane investita in fondi è, infatti, cresciuta del 10%, passando da 312,7 miliardi a 344 miliardi. I flussi entrati nel sistema fondi hanno interessato soprattutto i prodotti a stampo obbligazionario che solo nel primo semestre del 2012 hanno raccolto oltre 8.6 miliardi (fonte Assogestioni). Segno evidente della maggiore ricerca da parte del retail di una maggiore diversificazione del portafoglio e di una mano esperta che sappia cogliere tutte le opportunità che offrono i mercati.
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Per saperne di più, leggi il Bollettino Statistico Consob.
Per effettuare ulteriori estrazioni statistiche, consulta il Cubo sul sito IFH.