Anche quest'anno nel contesto del Salone del Risparmio, GfK Eurisko ha svolto la sua tradizionale survey ponendo alcune domande ai partecipanti sulla relazione fra mercato e offerta finanziaria.
Dopo quattro anni di crisi l'opinione più diffusa fra gli operatori del settore (i due terzi degli intervistati) è che solo una proattività forte da parte dell'industria finanziaria può rappresentare un driver per la ripresa. In ogni caso per tanti, secondo quanto si evince dall’indagine, "l'aiutino esterno" sarebbe importante. Circa la metà delle risposte alla domanda "quali iniziative servirebbero per il rilancio" riguardano, infatti, fattori esterni, in particolare il quadro normativo e fiscale, le agevolazioni sul risparmio di lungo periodo.
Va sottolineato che circa metà delle risposte evidenziano una certa capacità di ragionare sul "che fare". Secondo i ricercatori di GfK Eurisko, chi si fa portatore di queste soluzioni sembra dare grande rilevanza soprattutto al rinnovamento del "paradigma di relazione con il cliente" (circa un terzo delle risposte complessive). Una minoranza corposa (attorno a due risposte su dieci) individua, invece, nel "rinnovamento del prodotto" la leva di ripresa.
"Se queste opinioni individuali dei singoli operatori diventassero strategie di impresa - si legge in una nota di GfK Eurisko - potremmo aspettarci un certo fiorire di iniziative di rifondazione degli approcci ed una massiccia innovazione da parte dell'industria". In realtà, qualche segnale positivo in questa direzione si è manifestato durante lo stesso Salone, anche se, indicano i ricercatori, c’è ancora molto da fare.
Nei giorni precedenti la manifestazione anche il Salone del Risparmio ha promosso attraverso il proprio sito ed i social network un breve sondaggio per indagare il rapporto tra gli italiani e il risparmio. L’indagine era composta da 4 domande a scelta singola dalle quali sono emerse alcune informazioni sulla propensione al risparmio e sulle abitudini di spesa dei cittadini.
Secondo l’indagine, gli italiani se riuscissero a risparmiare una cifra consistente farebbero un investimento immobiliare nel 34% dei casi, il 26% degli intervistati acquisterebbe fondi comuni di investimento, mentre circa una persona su dieci investirebbe in un fondo pensione o in un altro strumento previdenziale. Più indietro gli investimenti in conti corrente remunerati e in Titoli di Stato.
Per quanto riguarda la domanda "se tu avessi 30 anni quanto risparmieresti mensilmente per garantirti una vecchiaia serena", il 44% dei risparmiatori ritiene che la forbice ideale vada da un minimo di 200 euro a un massimo di 500 euro.
Un altro dato che emerge dal sondaggio riguarda il fronte delle spese. Chi dovesse limitare le proprie uscite in caso di necessità taglierebbe, nel 43% dei casi, le spese legate ai divertimenti e alla cultura e soltanto in un secondo momento quelle legate agli investimenti. Solo il 4% dei rispondenti rinuncerebbe al risparmio, confermando quella che sembrerebbe essere ormai una consolidata virtù del popolo italiano.